Negli ultimi tempi la videosorveglianza è diventata parte integrante della vita quotidiana di cittadini, dipendenti, operatori… tuttavia la quasi totalità degli impianti sono o non a norma o deficitano in qualcosa.
La videosorveglianza è regolamentata dal Provvedimento del Garante dell’8 Aprile 2010 che pescrive in maniera chiara tutte le regole da seguire in fase di videosorveglianza. Se, infatti, la videosorveglianza a livello privato può non sottostare al codice, quella in ambienti di lavoro o non prettamente per finalità di interesse privato, deve avere particolari caratteristiche.
A livello di finalità privata, il soggetto che installa all’interno delle proprietà un impianto che serva al controllo delle proprie cose, che non ecceda nelle riprese, che riprenda solo ed esclusivamente aree di prorio interesse, non deve fare alcun tipo di adempimento se non quello necessario di appore il classico cartello nelle immediate vicinanze dell’area ripresa.
Per tutti quei soggetti che invece fanno uso di sistemi di videosorveglianza in luoghi di lavoro o in zone condominiali, la situazione è decisamente differente.
Nei luoghi di lavoro la normativa è specifica e molto chiara: qualsiasi sistema di videosorveglianza non può essere a norma con le leggi privacy se prima non viene eseguita una serie di verifiche come gli accordi specifici con rappresentanze sindali, DPL o accertamenti di casi specifici regolati da provvedimenti già emessi.
Il soggetto fondamentale di tale prescrizione è quello del non andare a toccare l’art.4 dello statuto dei lavoratori, ovvero non effettuare il controllo a distanza sull’operato del lavoratore.
Moltissime aziende, pur non effettuando un telecontrollo, sono fuori dai parametri non avendo eseguito nei tempi e nei modi le verifiche dovute, non avendo impianti a norma con le tempistiche di registrazione e conservazione dei dati, avendo sistemi che eccedono nella raccolta dati rispetto alle reali necessità.
Le sanzioni a riguardo sono nell’ordine di migliaia di euro, spesso sono gonfiate ulteriormente dalla mancanza di adeguate misure minime di sicurezza e oltre alla sanzione prevedono la possibilità della dismissione dell’impianto, l’inutilizzabilità dei dati raccolti e una messa a norma in tempi circoscritti nel caso in cui si voglia continuare a mantenere il proprio sistema di videosorveglianza.
Il consiglio migliore per quanto riguarda la videosorveglianza è quello di affidarsi a ditte specializzate per quanto riguarda l’installazione ed evitare il fai da te, soprattutto in una situazione come quella italiana dove si conta circa una telecamera ogni 40 abitanti.
Affidarsi quindi ad una ditta installatrice professionale è il primo passo, mentre affidarsi ad un consulente privacy che vi guidi nei passi da effettuare per non avere spiacevoli sorprese al momento dei controlli e che vi possa affiancare nella parte burocratica è la migliore la prassi da seguire.
Nella nostra attività di consulenza offriamo al nostro cliente il supporto dalla fase di progettazione del sistema in collaborazione con la ditta che esegue l’installazione materiale (come ad esempio per la scelta e la valutazione degli angoli di ripresa) fino alle operazioni di richieste di verifiche preliminari o negli accordi con gli organi preposti, per arrivare alla scelta dei cartelli specifici che sempre più spesso sono non a norma, confusionari o mancanti di dati fondamentali (anche questa pratica che porta a sanzioni).
Se quindi siete nella condizione di avere un impianto già installato e non sapete se siete a norma per non aver fatto altro che montarlo, sappiate che sì, siete a rischio sanzioni ma si può ancora mettere una pezza e porre rimedio a tale situazione, facendo i dovuti passi. Se allo stesso tempo avete idea di installare un sistema da zero, è bene consultarsi con un professionista e verificare cosa debba o non debba essere fatto per evitare spiacevoli conseguenze.
Il consiglio è sempre il solito: contattaci per un sopralluogo senza impegno e verificheremo insieme cosa va bene, cosa non va e cosa può essere fatto per essere al riparo da sanzioni e blocchi dei trattamenti.