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È di poche ore fa la notizia che chi vorrà cancellare da Google informazioni che, a suo giudizio, sono obsolete, irrilevanti o inadeguate, potrà farne richiesta attraverso una pagina dedicata sul sito del più importante motore di ricerca al mondo.

Google, infatti, come risposta alla recente sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (fonte La Stampa) che il 13 maggio ha riconosciuto il diritto dei cittadini di essere «dimenticati» su internet, ha previsto per la prima volta nella storia la possibilità di poter richiedere ad un motore di ricerca di cancellare tutti quei link alle informazioni che creano alla persona un possibile danno o che semplicemente non siano più pertinenti.

Si tratta di una svolta epocale in quanto Google si allinea già da ora all’articolo 17 del nuovo regolamento europeo sulla privacy che prevede proprio il diritto all’oblio per i dati personali della persona fisica.

La cosa estremamente importante è che tale azione non sarà automatizzata ma sarà gestita direttamente da un pool costituito da Google nel quale figurano oltre che figure interne alla stessa Google, anche esperti di privacy, di etica  ed altre varie estrazioni che valuteranno caso per caso le richieste, che in ogni caso dovranno pervenire corredate di documenti e non ovviamente in forma anonima.

In un momento storico come quello attuale, nel quale per colpa dei social network e del loro uso smodato e spesso sottovalutato, l’individuo può quindi vedere tutelati i propri dati quando questi fossero, per l’appunto, presenti su internet in modo errato.

La domanda che sorge spontanea a questo punto è: se un colosso mondiale come Google decide di fare un passo in una direzione tanto importante quanto inesplorata, l’unione europea (ed in particolare l’Italia che la guiderà in questo semestre) come deciderà di comportarsi? Deciderà di accelerare una volta per tutte e approvare in toto il regolamento o ancora una volta si farà trovare impreparata rispetto al progresso tecnologico e alla mole di dati sempre maggiore a disposizione dei big data?Riusciremo a imporre una svolta decisiva e colmare quelle mancanze che l’attuale normativa italiana presenta soprattutto per quanto riguarda la parte informatizzata dei trattamenti?

Nel frattempo, chiunque decidesse di richiedere l’oblio dei propri dati, può utilizzare direttamente il seguente link, come già alcune migliaia di persone hanno fatto fin dall’apertura in tutta Europa

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Posted by Redazione

Marco Vettori, consulente privacy officer certificato TUV e consulente IT, già da oltre 15 anni si occupa di privacy, sicurezza informatica ed integrazione nei processi aziendali, con un occhio particolare alle nuove tecnologie con il miglior rapporto innovazione/sicurezza. Da anni è inoltre Auditor ISO 27001 e implementatore dei SGSI

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