Nell’ultima newsletter del Garante, sono stati resi noti i dati relativi alle sanzioni sulla privacy relativi all’anno 2012, e i dati sono incredibili se confrontati con il 2011 e soprattutto se si considerano le norme varate dal governo che avrebbero dovuto “semplificare”: incremento del 61% dei procedimenti, aumento del 51% delle segnalazioni riguardanti le attività di telemarketing, aumento del 22% del volume di sanzioni comminato (con la cifra che è salita quasi di 1 mln di € rispetto all’anno passato).
Per quanto riguarda le sanzioni amministrative, le motivazioni sono state in larga parte riassumibili in omessa informativa, trattamento illecito dei dati, mancato rispetto delle norme in materia di telemarketing, conservazione eccessiva dei dati di traffico telefonico e telematico, mancata adozione di misure di sicurezza, omessa o mancata notificazione al Garante, inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità.
Il piano ispettivo del primo semestre 2013
Come riporta sempre la newsletter del Garante, il piano ispettivo varato per il primo semestre 2013 punta su settori di particolare rilevanza: le banche dati pubbliche in particolare di enti previdenziali e dell’amministrazione finanziaria, l’attività di telemarketing da parte dei call center operanti all’estero, il trattamento dei dati per il fascicolo sanitario elettronico, i nuovi strumenti di pagamento gestiti dalle compagnie telefoniche (mobile payment), le “centrali rischi”.
200 gli accertamenti ispettivi programmati che verranno effettuati anche in collaborazione con il Nucleo speciale privacy della Guardia di finanza. A questi accertamenti si affiancheranno quelli che si renderanno necessari in ordine a segnalazioni e reclami presentati e le altre verifiche per accertare il rispetto dei principali adempimenti previsti dalla normativa quali: le informative da fornire ai cittadini sull’uso dei loro dati personali, la corretta acquisizione del consenso da
richiedere nei casi previsti dalla legge, l’adozione delle misure di sicurezza, il rispetto dell’obbligo di notificazione al Garante.
Da quanto emerge dagli ultimi mesi del 2012 e dai primi del 2013, quindi, attenzione particolare da parte degli organi preposti sia alle mancanze base che le persone giuridiche si guardano bene dal seguire, sia a quei soggetti che effettuano trattamento di dati in maniera tutt’altro che lecita.
Soprattutto in previsione del nuovo regolamento europeo, le premesse della situazione italiana in fatto di privacy, sono (come purtroppo spesso accade nel nostro paese) in controtendenza rispetto sia a quello che accade in Europa, sia rispetto a quelle che poi sono le reali esigenze dei cittadini.
La nostra domanda è la seguente: conviene non affidarsi ad un professionista con la paura di spendere ma mantenendo la classica spada di Damocle sulla testa che potrebbe colpire da un momento all’altro? Conviene fornire ai propri interessati un servizio non qualitativo piuttosto che darne uno di qualità e fidelizzare e convincere ancora di più il nostro cliente della serietà e della professionalità fornita?
La risposta è talmente ovvia che non la vogliamo nemmeno scrivere 🙂